Singapore: la porta per il Sud-Est Asiatico
La recente entrata in vigore dell’accordo UE – Singapore ci fornisce lo spunto per analizzare uno dei più interessanti mercati di sbocco per il Made in Italy.
Come noto Singapore è una città stato e vanta quasi 6 milioni di abitanti (5.6 milioni al 2018). Ciò che lo rende veramente interessante è che rappresenta il quinto sistema economico per reddito pro capite, raggiungendo nel 2018 un valore pari a 97.660 USD.
Da non dimenticare che Singapore rappresenta uno dei fondatori dell’Asean, ovvero l’area che rappresenta la quinta economia mondiale.
L’ASEAN – Association of South-East Asian Nations, è l’associazione costituita nel 1967 tra le principali nazioni del Sud-Est Asiatico, allo scopo di facilitare la cooperazione tra i paesi membri e con quelli esteri. Tra i fondatori ci sono le Filippine, l’Indonesia, la Malesia, Singapore e Tailandia. Nel corso degli anni, associazione si è arricchita di nuovi paesi, tra i quali il Brunei, il Vietnam, la Birmania, il Laos e la Cambogia.

Da sempre uno dei settori che maggiormente ha caratterizzato Singapore è l’alta propensione all’innovazione tecnologica. Tale aspetto ha rappresentato una costante anche nel flusso di investimenti pubblici dell’ultimo ventennio.

Il recente accordo non nasce oggi, infatti l’Italia e tanti altri paesi Europei sono stati tra i primi a riconoscere Singapore come Stato (si ricorda che la città – Stato ha ottenuto l’indipendenza nel 1965).
Oltre che da motivazioni storico-polotiche, l’accordo è il risultato di anni di ottime relazioni commerciali, tanto da rendere Singapore il maggior partner nel Sud-Est asiatico per l’Unione Europea con un interscambio commerciale pari a 2,525 miliardi di Euro (dato 2017).
Tra i settori di maggiore interesse per le nostre esportazioni ci sono i macchinari industriali, i mezzi di trasporto, i prodotti chimici e, non da ultimo quelli alimentari.
L’unione Europea è l’accordo con Singapore
Lo scopo principale dell’accordo, entrato in vigore il 21 novembre u.s., è proprio quello di consolidare le relazioni esistenti e sviluppare ancora di più gli scambi di merci, di capitali ma anche persone. Ad oggi, sono circa 10.000 le aziende che hanno deciso di stabilire una propria sede a Singapore.
Dal punto di vista finanziario, la città-Stato rappresenta il primo mercato Idi sbocco per gli investimenti targati EU, con un flusso bilaterale di 344 miliardi di euro.
Tali obiettivi potranno essere raggiunti mediante l’abolizione di tutti i dazi sui prodotti europei ed abbattere gli ostacoli doganali non tariffari, ad esempio per il settore automobilistico.
Inoltre, per il settore agroalimentare l’UE si sta battendo per introdurre una garanzia giuridica su circa 138 prodotti.